Dallo stesso autore di questo blog: Carmine Colella

lunedì 7 novembre 2011

Ricordi dei miei cari genitori

Quanta sofferenza hanno provato i miei genitori. Non ricordano la tavola imbandita di dolci,

caramelle e cioccolato, neanche a Natale. Era difficile mangiare un mandarino, pensate che era un miracolo averlo nella calza della Befana, in essa non c’erano caramelle ma dolcetti fatti in casa dalla mamma o dalla nonna, o dalla zia inferma che non si era sposata in quanto era invalida.

Non c’erano sussidi ma solo amore dei parenti che la tenevano amorevolmente in casa e lei si rendeva utile a fare le calze per tutti, plaid caldi, tovaglie e tovagliette.

Nei campi si rendeva utile nel limare con pazienza le vanghe e i rastrelli per rendere meno duro il lavoro.

Si sudava molto e non c’era il sollevatore dei pesi. I covoni era raccolti dalla trebbiatrice ma non mancavano i canti dei contadini. Avevano tutti, uomini e donne e perfino i bambini un fazzoletto

sulla testa o cappelli di paglia per non prendere l’insolazione. Si beveva l’acqua dei pozzi e dei canali, allora non era inquinata da pesticidi e detersivi. Il sapone era fatto in casa ma a volta faceva i vermi perché non era stato bene lavorato il grasso con la soda.

Si lavava i panni a mano nell’acqua dei pozzi o dei canali o dei fiumi limpidi come il cielo in primavera.

Qualche macchina ogni tanto si vedeva nelle strade bianche di sassi o di campagna. Tante biciclette,

motociclette, “Gilera” rossa che sembrava una “Ferrari”.

L’odio razziale esisteva verso i neri ed ebrei. Mia nonna andava a comprare la biancheria per le figlie da “Cesira” chiamata “la giudea”. Mia nonna mi ha insegnato ad amare anche quando c’è l’odio e la sua amicizia è rimasta con Cesira anche quando sono diventata anziana e un giorno seppi che era morta sola nella sua casa.

Tutto è volato in fretta è rimasta la storia di una vita intera.

La storia dell’Agro Pontino.


Autrice: Angela Maria Tiberi

3 commenti:

  1. Mi piace perchè sembra uno di quei racconti che mi deliziava mio nonno....quanto mi mancano. Una vita dura ma, forse, per certi versi, migliore...no?
    In bocca al lupo

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  2. E' vero pare un racconto che tempo fa si poteva ascoltare narrato da un/una nonno/a. Una pagina per non dimenticare la fatica di chi è nato prima; e magari un modo per apprezzare la fortuna nostra nel non aver patito certe ristrettezze! Brava.

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    1. Grazie. Angela Maria TIberi

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