Quanta sofferenza hanno provato i miei genitori. Non ricordano la tavola imbandita di dolci,
caramelle e cioccolato, neanche a Natale. Era difficile mangiare un mandarino, pensate che era un miracolo averlo nella calza della Befana, in essa non c’erano caramelle ma dolcetti fatti in casa dalla mamma o dalla nonna, o dalla zia inferma che non si era sposata in quanto era invalida.
Non c’erano sussidi ma solo amore dei parenti che la tenevano amorevolmente in casa e lei si rendeva utile a fare le calze per tutti, plaid caldi, tovaglie e tovagliette.
Nei campi si rendeva utile nel limare con pazienza le vanghe e i rastrelli per rendere meno duro il lavoro.
Si sudava molto e non c’era il sollevatore dei pesi. I covoni era raccolti dalla trebbiatrice ma non mancavano i canti dei contadini. Avevano tutti, uomini e donne e perfino i bambini un fazzoletto
sulla testa o cappelli di paglia per non prendere l’insolazione. Si beveva l’acqua dei pozzi e dei canali, allora non era inquinata da pesticidi e detersivi. Il sapone era fatto in casa ma a volta faceva i vermi perché non era stato bene lavorato il grasso con la soda.
Si lavava i panni a mano nell’acqua dei pozzi o dei canali o dei fiumi limpidi come il cielo in primavera.
Qualche macchina ogni tanto si vedeva nelle strade bianche di sassi o di campagna. Tante biciclette,
motociclette, “Gilera” rossa che sembrava una “Ferrari”.
L’odio razziale esisteva verso i neri ed ebrei. Mia nonna andava a comprare la biancheria per le figlie da “Cesira” chiamata “la giudea”. Mia nonna mi ha insegnato ad amare anche quando c’è l’odio e la sua amicizia è rimasta con Cesira anche quando sono diventata anziana e un giorno seppi che era morta sola nella sua casa.
Tutto è volato in fretta è rimasta la storia di una vita intera.
La storia dell’Agro Pontino.
Autrice: Angela Maria Tiberi
Mi piace perchè sembra uno di quei racconti che mi deliziava mio nonno....quanto mi mancano. Una vita dura ma, forse, per certi versi, migliore...no?
RispondiEliminaIn bocca al lupo
E' vero pare un racconto che tempo fa si poteva ascoltare narrato da un/una nonno/a. Una pagina per non dimenticare la fatica di chi è nato prima; e magari un modo per apprezzare la fortuna nostra nel non aver patito certe ristrettezze! Brava.
RispondiEliminaGrazie. Angela Maria TIberi
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