Dallo stesso autore di questo blog: Carmine Colella

venerdì 6 febbraio 2015

Quando aumentare l’autostima fa male








 Quasi tutti ti dicono che devi aumentare la tua autostima: devi avere più fiducia in te stesso, credere di più nelle tue capacità, devi avere più sicurezza. Davvero, queste sono tutte cose preziose e utili, ma spesso si finisce per confondere l’autostima con il giudizio degli altri oppure con il successo che riscuotiamo. La maggior parte dei consigli che ho letto ti dicono di migliorare l’aspetto fisico o l’abbigliamento, oppure di darti degli obiettivi e di raggiungerli, o di ottenere voti migliori, perché tutto questo ti farà avere un’autostima superiore. Sarà vero?

Ad esempio l’aspetto esteriore: vestiti bene, fai palestra, butta giù la pancia, cura i capelli, truccati (se sei una donna!), diventa più sexy e tutto per cosa? Cosa centra il mio aspetto con la mia autostima? In realtà nulla, ma questi suggerimenti portano qualche risultato: il giudizio degli altri, cioè la loro stima di te, cambia e proprio per questo tu cominci a considerarti meglio. Funziona? Certo che no! Che succede quando il loro parere torna negativo? O se i cambiamenti del tuo aspetto non piacciono? Soprattutto, dovrai per sempre curare ogni dettaglio, stare attento a come ti vesti, preoccuparti di cosa penseranno gli altri. Questo è l’errore.

Ora ti dico qualcosa che nessuno, o quasi, spiega: la tua autostima non ha nulla a che vedere con quello che pensano gli altri. Se fai il calciatore, non avrai un’autostima migliore se Pelè dice che sei bravo. Se sei un giornalista, non sarà il parere positivo di Bortoli o Sallusti a migliorarla. Queste sono opinioni, anche se dette dal più grande esperto (tale solo se lo pensano gli altri, ovvio!) del mondo nel tuo settore. Opinioni, non verità. Punti di vista soggettivi, non oggettivi. Se vuoi aumentare la tua autostima, non devi migliorare il giudizio degli altri, ma fregartene! Certo, ascolta i consigli che ti danno, senti cosa dicono e cosa pensano, ma poi fai questo esercizio.

Chi lo dice? Prendi qualsiasi critica e stabilisci tu se è vera. Dicono che sei stato bravo? Cosa lo dimostra o in base a cosa viene stabilito chi è bravo e chi no? Individua i valori che vengono utilizzati. Ad esempio chiediti: cosa dovresti fare per essere considerato bravo? L’approvazione degli altri non dipende dalle tue qualità, ma da quanto sai fare quello che loro si aspettano da te. Rispetti certe regole? Sei ok, ma se non le rispetti non lo sei più! È ridicolo. Se sbagli non vuol dire che sei incapace, ma solo che hai fatto un errore. Ascolta le critiche degli altri e fatti sempre queste domande:


  •          Chi lo dice? Ha davvero la possibilità di conoscerti a fondo, sapere chi sei, cosa provi, i tuoi dubbi, le tue incertezze per poterti valutare in modo non superficiale?
  •          Chi lo dice, in base a cosa ti sta giudicando?
  •           Potrebbe sbagliarsi?
  •        Come fai a sapere se quello che ti dice è giusto o no? Cosa lo dimostra?
  •         Che preconcetti o pregiudizi potrebbe avere chi ti ha giudicato?
  •         Tu come ti giudichi? Cosa ne pensi?
  •         Se quell’opinione l’avessero data a un tuo carissimo amico e lui ne fosse rimasto male, cosa gli consiglieresti?
  •        Questa opinione potrebbe essere sbagliata: in cosa? Per quale ragione?


Ecco cosa devi fare se vuoi aumentare la tua autostima: usare la tua testa, non fidarti in moto ottuso del parere degli altri, valutare da te cosa hai fatto e cosa hai ottenuto. Il guaio è che ognuno di noi ha filtri, paure, convinzioni, modi di vedere le cose, punti di vista con cui osserviamo il mondo. Quando emetto un giudizio su di te, in realtà, sto dicendo cosa penso, cosa mi piacce o non gradisco di quello che ho visto, come la vedo io. Nemmeno il più grande espero è in grado di dare un giudizio obiettivo. Inoltre, mai dimenticarlo, un giudizio oggettivo riguarda sempre una cosa che hai fatto o un tuo risultato, ma non te.

Se tu fossi un progettista di giardini e ne creassi uno per un cliente, a cui però non piace, perché sostiene che sia il più brutto giardino che abbia mai visto, tu cosa centreresti? Certo, forse è davvero brutto, magari potremmo anche arrivare a pensare che lo sia oggettivamente (è solo un esempio, la bellezza oggettiva non esiste!), ma tu che centri? Se fai un pessimo lavoro non sei un pessimo lavoratore. Potresti fare giardini più belli? Certo e magari ne hai fatti altri in passato migliori. Non confondere, e adesso vediamo anche come fare, i tuoi risultati, quello che fai e che finisce sempre sotto l’occhio critico degli altri, con il tuo valore. 

Come fai a sapere se hai fatto un buon lavoro o uno pessimo? Se non c’è una regola, non puoi stabilire quando fai le cose per bene e quando no. Se dico che il tuo giardino è brutto, tu non devi pensare di essere incapace, dovresti invece chiederti: per quale motivo è brutto? E sarebbe fantastico che cominciassi a fare questa domanda a tutti quelli che criticano le cose che fai. Devi capire.

Cosa facciamo di solito? Cerchiamo di farci apprezzare dagli altri. La tua autostima, e anche questo suona fuori dal coro purtroppo, non ha niente a che fare con i tuoi risultati. Sai fare le addizioni? Bene, se ne sbagli anche venti di fila non è che non hai la capacità di farle, è che stai sbagliando qualche passaggio. Sono due cose differenti. È sempre un errore confondere te, e il tuo valore, con i punteggi che ottieni, i tuoi voti, i tuoi risultati. Chi pensi che stabilisca quando vicini o perdi, o che punteggio hai ottenuto? Già, altre persone che, come detto prima, non saranno quasi mai obiettive e il cui parere sarà inevitabilmente soggettivo.

La storia dell’arte, della musica, del teatro, del cinema, delle scienze e di ogni altra materia è piena di persone che sono state bocciate dagli esperti di turno e poi hanno dimostrato il loro valore. Fregatene dei risultati. Non hai ottenuto quel che speravi? Benissimo, hai ottenuto un risultato comunque e devi comprenderlo, scoprire dove hai sbagliato e perché, altrimenti ti deprimi, ma non risolvi il problema. Devi capire, usare, come detto prima, la tua testa e non quella degli altri. Non come, almeno, la usiamo di solito. Ecco alcune domande che devono guidarti da ora in poi: 

  1.   Cosa dimostra che hai sbagliato? Quali sono le prove oggettive?
  2.  Dove sta l’errore?
  3.  In base a cosa stabilisci quando una cosa è fatta bene o fatta male?
  4.  Come fai a sapere quando l’hai fatta bene? Come dovrebbe essere?
  5.   In cosa hai sbagliato e per quale motivo?
  6.  Cosa dovresti cambiare per migliorare la prossima volta?
  7.  Ti mancano conoscenze? Quali?
  8.  Non hai competenze o esperienza? Cosa ti serve per averle e dove puoi ottenere tutto questo?
   
Devi usare la tua testa. Ascolta l’opinione degli altri, come detto anche prima, ma osservala stabilendo tu cosa va bene e cosa no. Non devi affidarti sempre agli altri per capire se fai bene. Loro come lo stabiliscono? Questo devi scoprire. Se tua moglie dice che hai sbagliato, come fa a saperlo? Se il tuo superiore è sicuro che hai lavorato male, come fa a saperlo? Devi capire, poter valutare tu, riuscire a misurare personalmente, in modo chiaro, preciso e possibilmente oggettivo, quello che fai. Questo aumenta la tua autostima. Sai perché?

Perché smetti di confonderla con quello che pensano gli altri, perché inizi a utilizzare la tua testa. Inoltre, nel momento in cui capisci come giudicare quello che fai e capisci come migliorare, impari a ottenere risultati migliori, a sfruttare la tua mente e le tue capacità. Tu vali moltissimo, e non utilizzare questo tuo talento non significa certo che tu non lo abbia. Ecco cosa sei. Sei un pittore.

Anche se i tuoi quadri non vengono bene, i colori sono sbiaditi o i pennelli che usi rovinati, tu non sei queste cose, ma colui che dipinge, crea, inventa. Hai la possibilità di migliorarti in ogni cosa, qualsiasi età tu abbia. Puoi fare meglio e sfruttare alla grande le tue risorse. Le hai, anche se non le hai mai tirate fuori come avresti voluto. Il segreto non è aumentare l’autostima ottenendo di più o piacendo agli altri. Il segreto è portare la tua autostima nella realtà: invece di pensare che sei inutile o sentirti il migliore con un tocco di arroganza, inizia a diventare consapevole del tuo valore, delle tue capacità reali. E poi sfruttale.

L’errore più grave è voler migliorare l’opinione che hai di te. Non devi crederti migliore degli altri, ma comprendere quanto sei unico, speciale e capace. Non devi gonfiare il tuo ego, ma scoprire il tuo reale valore, osservare la realtà e renderti conto che chi sei, conta molto più di chi credi di essere e di chi gli altri credono che tu sia. Da oggi inizia a sfruttare le tue mente, che è un dono immenso a tua disposizione e impara a comprendere il tuo valore senza nemmeno stare a giudicarti o dare importanza al giudizio degli altri. Non concentrati su cosa ottieni, ma su cosa fai, su come lavori e come puoi migliorare.

Inizia a considerare i risultati per quello che sono: risultati. Non hanno niente a che vedere con il tuo valore o con le tue capacità, ma solo con quanto, in quella circostanza precisa, hai saputo fare. Pensa a come migliorare, ogni giorno, impegnati a fare del tuo meglio, con gioia, divertendoti e mettendoci passione. Hai tutto dentro di te, usa la tua mente e sfrutta questo immenso potenziale. La tua autostima sarà fantastica non quando sarà grande, ma quando avrai la capacità di vedere il tuo reale valore invece di immaginartelo o credere ai racconti (distorti!) degli altri.

Giacomo Papasidero - Mental Coach

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