Hanika se ne stava raggomitolata ogni notte, ogni singola notte, con la speranza che la successiva durasse sempre meno della precedente.
Sapeva, ovviamente, che era impossibile.
Restava lì a fissare il buio ed il vuoto dalla finestra.
Non le piaceva e si augurava finisse presto tutto quell’assurdo seppure apparente silenzio.
Il mattino dopo, però, nonostante le occhiaie e la visibile stanchezza fisica lei riusciva sempre a sorridere, lavorare, dare…tante volte senza mai ricevere.
Tutto sommato, era felice.
Si fermava spesso a pensare al perché di quella timida paura che l’assaliva al crepuscolo e non avendone mai fatto parola con nessuno, da sola non riusciva a darsi una spiegazione senza poi finire con l’agitarsi.
In realtà non c’era una spiegazione.
Ma, a questo, ci arrivò molto tempo dopo, quando un tuono assordò la sua vita sconvolgendola.
Allora riuscì a comprendere esattamente cosa racchiudeva il suo cuore.
Capì che la sua non era paura o ansia né tantomeno incompatibilità col mondo appartenente al suo stesso emisfero terrestre.
Quando quel tuono scosse i vetri dei suoi occhi rompendoli e penetrò nel cuore spaventato e raggomitolato lambendolo con la pioggia delle emozioni…beh, non ebbe più dubbi.
Il lampo dell’ansia, della paura, del buio e del silenzio che tanto temeva, si svelarono essere nient'altro che un' "attesa".
L’attesa di un uomo che potesse risvegliarla, farle godere del giorno illuminato semplicemente dalla luna che ora, finalmente, non la spaventa più.
Il battito del suo cuore accompagnato all'unisono di un altro riesce a farle chiudere gli occhi e viaggiare lontano.
Lontano da quel mondo che porta e finestre chiudono fuori e che, sì, è lì ad aspettarla prepotente, ma con il corpo riposato ed il cuore amato è lei, ormai, ad avere la meglio.
Autrice: Anna Avallone (Hanna)